ll Centro svizzero della rabbia sorveglia la situazione
Secondo la definizione della WOAH – Organizzazione mondiale della sanità animale (Rabbia – WOAH, World Organisation for Animal Health), un Paese o una regione sono considerati indenni da rabbia se vengono garantite una stretta sorveglianza e una documentazione dei casi e se non vengono registrati nuovi casi per un periodo di 24 mesi. Per mantenere questo stato, in Svizzera gli animali domestici e selvatici vengono esaminati in caso di sospetto clinico di rabbia. Ogni anno, nell’ambito della sorveglianza dello stato di indennità dalla rabbia, vengono inviati al Centro della rabbia campioni di varie specie animali che vengono analizzati per verificare la presenza del virus.
Quanto è grande il rischio per la Svizzera?
Importazione illegale
L’importazione di cani, gatti e furetti da un Paese a rischio senza una sufficiente protezione vaccinale e senza seguire le prescrizioni dell’EU-PETS rappresenta il maggiore rischio per la reintroduzione del virus, motivo per cui, in caso di sospetto, tali animali vengono sottoposti a eutanasia. Per assistenti degli studi veterinari, guardiani/e di animali e veterinari/e vi è un maggior rischio di entrare in contatto con il virus della rabbia in questo modo, motivo per cui la vaccinazione profilattica è raccomandata per questi gruppi di persone.
Rabbia dei pipistrelli
La rabbia dei pipistrelli può comparire anche nei Paesi indenni da rabbia urbana e silvestre. In Svizzera, finora sono stati diagnosticati sei casi di pipistrelli, l’ultimo nel 2023. Il rischio di trasmissione ad altri animali selvatici o domestici è trascurabile nella pratica. Il rischio di trasmissione all’essere umano sussiste soprattutto in caso di contatto fisico (morso) con un pipistrello. In tal caso è indicata la profilassi immediata post-esposizione. È dunque importante non toccare in particolare animali selvatici malati o che evidenziano comportamenti anomali e informare i/le guardiaccia.